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Biolab su Meat sounding: “Finalmente la Corte europea indica la strada da seguire”

5 ottobre 2024. Quella di oggi è una decisione importante e una conferma che stiamo andando nella direzione giusta”. Così Massimo Santinelli, fondatore e titolare di Biolab, una delle prime aziende italiane a produrre carne a base vegetale, ha accolto la notizia che arriva dalla Corte Europea per la quale “gli stati membri non possono introdurre divieti di meat sounding per la carne plant-based”.

Secondo la corte “Qualora non abbia adottato delle denominazioni legali, uno Stato membro non può impedire, mediante un divieto generale ed astratto, ai produttori di alimenti a base di proteine vegetali di adempiere, mediante l’utilizzo di denominazioni usuali o di denominazioni descrittive, l’obbligo di indicare la denominazione di tali alimenti.”

La pronuncia, che arriva a seguito del decreto francese del 2023 che vieta termini come ‘bistecca’ e ‘salsiccia’ per i prodotti a base di carne vegetale e per il quale il Consiglio di Stato aveva deferito il caso alla Corte di Giustizia Europea per ottenere chiarimenti, riguarda molto da vicino anche l’Italia.

La questione Meat Sounding nel nostro Paese era infatti rimasta ferma sui tavoli della politica, dopo che il governo italiano ha emanato la legge 172/2023 che, oltre a vietare la produzione di carne coltivata, ha messo un veto alle denominazioni richiamanti la carne nei prodotti vegetali. Una norma che rischiava di danneggiare un settore produttivo sempre più in crescita nel nostro paese e che non avrebbe tenuto conto delle scelte dei consumatori, sempre più propensi,  secondo gli ultimi sondaggi, all’acquisto di questo genere di prodotti.

“Finalmente – conclude Santinelli – la Corte di giustizia europea ha messo la parola fine a una vicenda che destava molte preoccupazioni in un comparto produttivo che sta acquisendo un ruolo importante nell’industria agroalimentare italiana e che aiuta la diminuzione dell’impronta di carbonio del settore. Questo significa che ora tutta l’Europa  potrà continuare a utilizzare etichette che escludono l’origine animale nel cibo, rendendo sempre più consapevole il consumatore riguardo all’alternativa alle proteine animali”.

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